Ognuno di noi ha un punto bianco nel cuore: è importante aprirlo per l’altro, perché attraverso l’altro possiamo conoscere noi stessi molto meglio. – Farhad Bitani

Prendo in prestito questa citazione di Farhad Bitani perché racchiude sia il motivo per cui ho scelto di partecipare ai Cantieri della Solidarietà sia l’esperienza che poi è stata.

Per riuscire a conoscere l’altro, e di rimando me stessa, è stato necessario mettermi un po’ a nudo. Questo implicava sciacquare via le pretese che ogni giorno abbiamo su noi stessi, cercare di non proiettare i nostri desideri sugli altri e mettere al centro ogni persona che incontravo. Da una parte è stato anche liberante fare questo lavoro, ma soprattutto mi ha permesso di creare un grande spazio bianco in cui accogliere ogni bambino, ogni mamma, ogni papà, ogni adolescente che mi chiedeva una cosa molto semplice: entrare, in punta di piedi, nella mia vita.

Accogliere nel suo significato primario equivale a ricevere, e se ci penso bene, questa cosa è straordinaria: alla fine, in Casa Suraya, La Casetta, Casa Nazareth, Sammartini, Soglia di Casa e Casa dell’Amicizia non ho fatto altro che ricevere ciò che ognuno mi voleva consegnare, un pezzo della propria storia, del cibo, dei giochi, dei fiori… tutto quello che dovevo fare era tendere le mani.

Non è stato tutto facile chiaramente, le fatiche, fisiche e mentali, ci sono e sono anche fondamentali per provare a comprendere una realtà così complessa. A volte, portare il peso di alcune situazioni e di una ragazzina di 12 anni in spalla non è facile, ma, dopo aver ricevuto così tanto, è il minimo che io possa fare.

Benedetta