I cantieri della solidarietà sono un’esperienza che fino in fondo non comprendi se non la vivi…appena tornata non sono riuscita a raccontare tutto, avevo in mente solo le emozioni e gli sguardi che avevo incrociato, e quelli sono quasi impossibili da spiegare a parole.

Ho conosciuto bambini che nonostante le mille difficoltà non hanno mai perso il sorriso e la voglia di giocare. Bambini che si inventano mille giochi nuovi con qualsiasi cosa capiti, anche dei semplici legnetti. Bambini a cui basta un po’ del tuo tempo, un singolo sguardo, un sorriso o un abbraccio per illuminarsi e che per questo piccolo gesto di attenzione sono in grado di regalarti il mondo.

Ho incontrato mamme e/o papà che, facendo salti mortali, rendono le giornate dei bambini piene di normalità, nonostante tutto. Mamme e papà che riescono a trovare il tempo di lavorare, cucinare (chi può) e coccolare i propri figli.

Ho ascoltato storie che porterò sempre nel cuore, storie di ragazzi che non hanno bisogno di molte parole, a volte è bastato uno sguardo per farsi raccontare tutto. Sguardi di occhi sofferenti, di chi ha visto e vissuto cose non raccontabili, ma felici di essere finalmente rispettati e ascoltati come uomini. Ragazzi capaci di cogliere il filo d’oro in mezzo a montagne di fili di paglia.

Ho abbracciato ragazze con un unico sogno, forse ancora ignoto per loro, ricevere amore incondizionato per sentirsi, almeno per un po’, piene di vita vera.

Ho ascoltato storie di famiglie che decidono di dedicare la loro vita all’altro, accogliendolo in casa, nonostante la fatica dell’intrecciare le vite di tutti.

Ho visto anziani uscire di casa solamente per passare un paio d’ore in compagnia, per condividere un luogo bello, un pasto e qualche canzone.

Ho visto montagne di cibo, destinate ad essere buttate, venire recuperate, cucinate e donate in un luogo bello e accogliente, per nutrire il corpo e l’anima delle persone.

In questi dieci giorni ho conosciuto una Milano diversa, una Milano che non mi aspettavo, una Milano che vale la pena scoprire e riscoprire, una Milano che mi piace ancora di più, una Milano che sono fiera di abitare!

Dieci giorni in Casa Suraya, Casetta, Casa Nazareth, Il Seme, Centro SAI Sammartini, comunità di Villapizzone, Refettorio Ambrosiano.

Dieci giorni in cui mi sono ritrovata inondata di amore.

Dieci giorni per cui un grazie non sarà mai abbastanza!

Elisa