di Roberto Vavassori, educatore del Centro Diurno Chora

Ciao Chora,
dopo 6 anni passati insieme è arrivato il momento di salutarci.
Ne abbiamo passate talmente tante insieme che non saprei neanche da dove iniziare; i pensieri, le emozioni, i momenti sono tanti.
Risate, riflessioni, arrabbiature, lacrime, gioie.
Se dovessi pensare a cosa hai rappresentato per me in questi anni, la prima immagine che mi viene in mente è di una seconda casa calda e accogliente, all’interno della quale ho avuto l’opportunità di crescere, sia a livello professionale, sia come persona.
Una casa nella quale sono passate tantissime persone, tantissime storie. Colleghi, coordinatori, referenti, ragazzi. Ci hai accolto e ospitato tutti quanti; nei giorni caldi estivi, nelle giornate piovose autunnali o primaverili e in quelle fredde invernali.
Insieme abbiamo deciso come avresti dovuto essere allestito, abbiamo cambiato mobilio e arredamenti, rifatto i colori, spostato e cambiato le disposizioni delle stanze. E ad ogni cambiamento l’idea di poter creare una casa a nostra immagine e somiglianza cresceva e si realizzava.

Sei stato un luogo dove le idee, anche quelle più strane, potevano nascere e realizzarsi: “Ma perché non andiamo a teatro? Ma se portassimo i ragazzi allo stadio? Come sarebbe bello far incontrare ai ragazzi un maresciallo dei carabinieri! Perché non realizziamo un piccolo orto? Proviamo il paintball?”. E potrei continuare all’infinito.
Idee nate per caso, anche solo per gioco, ma che con te siamo riusciti a realizzare.
Sei stato un luogo di creazione di legami forti e in alcuni casi duraturi. Ho conosciuto colleghi, coordinatori e referenti d’area fantastici, ognuno dei quali mi ha donato qualcosa di speciale e con cui ho stretto legami di amicizia che coltivo tutt’oggi.

Poi ci sono stati i ragazzi, il vero cuore pulsante di questo luogo, più di 60. Di alcuni purtroppo non ho più saputo niente, molti altri invece mi scrivono ancora. Sarai contento di sapere che Sofi ora lavora, è cresciuto ed è diventato un adulto che finalmente ha preso in mano la sua vita. Nicolas si è sposato e sogna di allargare la sua famiglia. Thomas ogni mese mi scrive per chiedere se può passare a salutarci. Edelfa è rimasta fino alla fine e ha deciso di continuare a frequentare il CAG Poliedro. Iride ogni tanto passa a salutarci e ricordarci che qui ha trovato nuove amicizie. E tanti altri ragazzi, incontrandoli per strada in quartiere, mi dicono… ci dicono grazie per il tempo che abbiamo passato insieme e per come si sono sentiti accolti e ascoltati, anche nei momenti più difficili o quando facevano “caos”.

Per concludere questa lettera, tutti i miei pensieri si possono sintetizzare in una semplice parola che può sembrare banale, ma che in realtà racchiude un fiume di emozioni.
GRAZIE, Chora, sei stato la mia seconda casa.