Uno in mezzo a tanti: così mi sembrava Andrea quando l’ho conosciuto, i suoi bisogni nascosti tra i tanti bisogni di una famiglia numerosa e complicata.
Andrea ha 15 anni e fin dai primi anni di scuola ha manifestato molte difficoltà, sia nello studio che nelle relazioni con i coetanei. “Dovete portarlo a fare una certificazione”, ripetono continuamente gli insegnanti ai suoi genitori. “Ha bisogno di un luogo dove parlare di sé”. Così Andrea approda al Centro Sestante. È un ragazzo di poche parole, che nei suoi momenti più difficili tira su il cappuccio, abbassa la testa e non spiccica una parola. Alterna lunghi silenzi, ma inizia a parlare, a modo suo, di sé, dei suoi problemi, delle sue speranze.  

Andrea accoglie la proposta di partecipare alle attività di gruppo del progetto Me.te.Ora, dove riesce a costruire una relazione sia con gli operatori, sia con gli altri ragazzi, e poi inizia un nuovo percorso con un educatore tutto suo, che lo accompagna nell’avventura dell’inizio della scuola superiore e nella ricerca di un’attività sportiva. 
Affiancato da adulti che possono mettere in primo piano i suoi bisogni, Andrea sperimenta, per la prima volta, la possibilità di guardarli, prenderli in mano, trovare una strada per darvi risposta. Ma manca ancora un tassello fondamentale. Perché gli insegnanti, che avevano tanto insistito con i suoi genitori perché fosse sottoposto a dei test, avevano ragione: una certificazione finalmente dà un nome alle difficoltà che quel ragazzo si trascina dietro da sempre, a scuola e anche al di fuori.  

“Sono stupido”, diceva Andrea di sé, pensando che le sue difficoltà fossero soltanto colpa sua. Ora sa che non è così, e con l’aiuto di altri adulti sta imparando nuove tecniche di studio, più adatte a lui. La consapevolezza di Andrea ha aiutato anche i suoi genitori, ad accorgersi e a prendersi cura dei suoi bisogni, e di tanti altri bisogni di quella famiglia numerosa e complicata, accettando un primo colloquio per l’accesso ai Servizi Sociali. 

Sestante e Me.te.Ora offrono un accompagnamento, un tempo che ha un inizio e una fine ben precisa. Ma possono e vogliono essere il punto di partenza per nuovi percorsi: Andrea sta per iniziarne uno nuovo all’interno del servizio di educativa domiciliare, forse con lo stesso educatore che gli è stato accanto finora. 

Ogni persona può racchiudere in sé tanti bisogni, come Andrea. La sua storia è fatta di diverse professioni d’aiuto, ognuna con le sue competenze specifiche, che hanno trovato linguaggi e strumenti nuovi per cooperare, perché ciascun bisogno abbia una risposta adeguata. 
Andrea ha avuto il coraggio di lasciarsi guardare, accompagnare, ha saputo cogliere l’opportunità e accettare la sfida di provare a fare emergere i suoi bisogni. Così ha smesso di essere uno in mezzo a tanti. 

FOTO: Tiberio Mavrici