Il 2 maggio, presso la Casa delle Arti, spazio Alda Merini, è stata presentata la raccolta poetica di Giovanni Bracco, “Il mare mi ha deposto dalla croce – Mediterraneo”, edito da La vita Felice.
L’autore, affrontando nelle sue liriche la questione della migrazione, ha voluto arricchirsi di testimonianze reali, proponendo ad alcuni richiedenti asilo politico ospiti del centro di accoglienza Casa Suraya, gestito dalla cooperativa Farsi Prossimo, di esprimere pensieri e desideri che riguardassero il loro futuro in Italia. Il progetto è stato ben accolto da alcuni ospiti, i quali hanno intravisto l’opportunità di essere ascoltati non più solo per le sofferenze provate in passato, ma anche per i loro sogni e le loro speranze. Con la collaborazione degli operatori di Casa Suraya, quattro ospiti hanno steso dei brevi testi, in lingua originale e in italiano, che Bracco ha inserito nella prefazione del suo libro. Zeren, tibetana, e Imane, marocchina, hanno partecipato infine alla presentazione, leggendo davanti al pubblico, per la prima volta, i loro pezzi. Un messaggio di speranza che spezza la lunga attesa per il riconoscimento di quello status giuridico che permette alle persone come Zeren, Imane, Alseny, Mohamed e tanti altri di ricominciare.