La storia della cooperativa Farsi Prossimo è iniziata quasi trent’anni fa, nel 1993.

È una storia fondata sulla capacità di attraversare e abitare i territori, la città di Milano e le sue periferie, con lo sguardo attento a leggere bisogni e povertà, e sul coraggio di ascoltare e vivere il qui ed ora, per rispondere con prontezza e professionalità alle sfide e alle emergenze del tempo presente.

È una storia che è diventata dialogo e collaborazione con le istituzioni, strada percorsa strada percorsa insieme a tante altre realtà del terzo settore, capacità ed energia generativa di cultura e pensiero condivisi che hanno avuto la forza di creare innovazioni, lasciare segni indelebili e buone prassi riconosciute a livello europeo.

È una storia radicalmente e indissolubilmente legata all’accoglienza e all’integrazione dei richiedenti asilo e dei rifugiati, che è stato fin dalle origini ed è ancora oggi uno dei tanti “farsi prossimo” che costituiscono la nostra identità, perché le storie di accoglienza che hanno interessato la città di Milano ci hanno da sempre interrogato e coinvolto in prima persona, in prima linea, al fianco di Caritas Ambrosiana e in stretta collaborazione con il Consorzio Farsi Prossimo.

È stato così quando, appena nati, all’inizio degli anni Novanta, abbiamo iniziato a lavorare con i primi richiedenti asilo arrivati in Italia, diventando uno degli attori protagonisti del sistema di accoglienza cittadino, che oggi ci vede impegnati nella gestione del progetto SAI insieme alle istituzioni e a una grande famiglia di enti del terzo settore milanese.

È stato così di fronte alle emergenze che hanno interessato la nostra città, da sempre luogo nevralgico delle rotte migratorie attraverso l’Europa. Negli anni abbiamo aperto un dialogo e un confronto continuo con i soggetti preposti alla gestione delle emergenze: i profughi del Kosovo, l’emergenza Nord Africa, legata alla guerra in Libia, fino ad arrivare alla sconcertante e più emblematica vicenda dei profughi Siriani, e poi agli anni delle traversate del Mediterraneo e degli sbarchi di migranti sulle coste del Sud Italia, e ancora di fronte ai nuovi bisogni di accoglienza generati dalla politica e dalle restrizioni alle norme sull’immigrazione.

Questo è il nostro lavoro, è la nostra storia, da quasi trent’anni, e racchiude i principi fondanti della nostra cooperativa: il rispetto per la dignità dell’uomo, l’accompagnamento all’autonomia e al riscatto sociale.

Farsi Prossimo è farsi vicino, incontrare l’altro, guardarlo, ascoltarlo, sentirne il bisogno, il dolore che prova, e avere la forza e la capacità per rispondere con professionalità. Ogni giorno portiamo avanti il nostro lavoro con la consapevolezza che il primo bisogno di ciascun essere umano, soprattutto di chi vive una migrazione forzata, è trovare un luogo accogliente, in cui potersi fermare, riconoscere le proprie risorse, curare le proprie fragilità, ricominciare a costruire il proprio progetto di vita. Questo “luogo” è la relazione: non c’è accoglienza, non c’è riconoscimento reciproco, se non nella presenza, nello stare accanto, nel lasciarsi attraversare e cambiare reciprocamente dall’incontro con l’altro. “Farsi prossimi” nell’incontro e nella relazione significa “farsi casa”, diventare quel luogo dove ciascuno di noi, ospite, operatore, uomo, donna, bambino, può esprimere autenticamente se stesso e la propria unicità e manifestare il proprio potenziale di creatività, energia e fantasia necessario alla realizzazione di una società migliore. Ogni essere umano è un patrimonio sconosciuto di innovazione e di possibilità e noi crediamo fermamente che solo quando nessuno sarà escluso saremo in grado di affrontare la complessità e le sfide che la società di oggi ci pone.

In occasione della Giornata Mondiale del Rifugiato 2021 abbiamo scelto di raccontare piccoli frammenti di questa nostra storia, parte della storia più grande di una città, di un’umanità.

Abbiamo costruito un blog con alcuni delle migliaia di racconti che testimoniano come nell’incontro e nella relazione, sia possibile “farsi prossimo”, “essere(a)casa” per le persone che accogliamo, non solo per noi, che portiamo questo nome, ma anche per tante organizzazioni amiche, che come noi e insieme a noi fanno dell’incontro con l’altro il proprio stile e il proprio percorso verso un futuro possibile per tutti.

La presidente

Annamaria Lodi

 

L’esistenza di ciascuno di noi è legata a quella degli altri: la vita non è tempo che passa, ma tempo di incontro. (Papa Francesco, Fratelli tutti, n.66)

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