di Paola Piras coordinamento didattico Centro Come

Quando insegnavo italiano L2 alle mamme arrivate da poco nel nostro Paese, sapevano benissimo che ero PaoladelCentroCome o meglio Baula perché la maggioranza era arabofona. Avevano imparato ad orientarsi nel quartiere di Villapizzone e a riconoscere gli spazi della Cooperativa come i “loro spazi”: spazi di cui avere cura, dove era possibile condividere momenti importanti, per imparare piano piano quella lingua che avrebbe permesso loro di accompagnare i figli nel complicato mondo della scuola.
I maestri e i docenti delle scuole con cui io e i colleghi collaboravamo, invece, non sempre riuscivano ad identificare a quale organizzazione appartenessimo. Un po’ perché erano travolti dai ritmi scanditi dalla campanella, e un po’ perché a volte erano confusi dalle tante proposte offerte da un territorio popolato da una comunità variegata ed eterogenea. La stessa Cooperativa (prima S. Martino e poi Farsi Prossimo) era impegnata da sempre attivamente a cercare di rispondere in maniera efficace alle domande che il tessuto sociale poneva, e così cresceva, ampliando e differenziando interventi e attività.
In 25 anni di operato, abbiamo sviluppato progetti e servizi con passione e creatività, mettendo in campo saperi e competenze diversificate e trasversali. Abbiamo esplorato e abitato nuovi territori, abbiamo costruito e consolidato reti e collaborazioni con scuole, associazioni, altre cooperative, per leggere i bisogni delle comunità e per imparare a valorizzarne le risorse e le potenzialità.
È così che sono nati lo Sportello di counselling Sestante, i laboratori ludici e didattici, i corsi di lingua e le narrazioni plurilingue, i progetti per promuovere il benessere degli adolescenti o contrastare la dispersione scolastica e tantissime altre attività che ci hanno fatto incontrare e raccontare centinaia di volti e storie che ci portiamo nel cuore: bambini, ragazzi, adolescenti, mamme, insegnanti, donne e uomini desiderosi di imparare, conoscere, confrontarsi, crescere, incontrarsi, costruire interculture…
Qualche tempo fa, in una delle nostre “mitiche” equipe multidisciplinari al Centro Come (ho sempre avuto il pallino delle contaminazioni e delle sinergie) abbiamo messo a fuoco (proprio come quando indossi un paio di occhiali nuovi e improvvisamente vedi nitido) che avevamo un patrimonio ricchissimo, ampio e prezioso di competenze, attività, progetti da raccontare e, soprattutto, da promuovere.
Come fare? Certo sarebbe stato molto più interessante partire dalle storie, dai volti, dalle mani e dalle parole, ma per iniziare avevamo bisogno di uno strumento sintetico, agile, accattivante.
E così è nato “A Scuola per stare bene”, un insieme di proposte formative rivolte alle scuole e alle famiglie.
E non chiamatelo catalogo, mi raccomando! Non è un elenco di oggetti o una lista di prodotti in vendita. È il risultato di un importante lavoro collettivo, è uno slancio creativo, è un racconto breve di quello che sarà.
È un incubatore di storie, una sorta di storyboard, un canovaccio per costruire esperienze… una sfida avvincente!

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