di Sara Peroni, coordinatrice Casa Suraya

Quest’avventura è iniziata un po’ per caso, durante la prima estate della pandemia: i cortili di via Salerio pieni di bambini e ragazzi, rimasti esclusi dai numeri limitati di accessi a centri ed oratori estivi, un pensiero a tutti i giovani che ogni anno partecipano ai Cantieri della Solidarietà con Caritas Ambrosiana, in Europa e nel mondo. Cosa avrebbero fatto quell’estate, con tutti i confini chiusi? A qualcuno avrebbe potuto interessare un’esperienza diversa di servizio, ma con tutti gli ingredienti di un Cantiere? Telefonate, videochiamate, domande, incertezze, preoccupazioni rispetto alla tutela della salute, perplessità, ma… “Proviamoci!”. E così ad agosto 2020 le due settimane di #amilanoperincontrareilmondo sono diventate realtà, hanno spazzato via ogni dubbio e hanno subito fatto pensare alla possibilità di riproporre l’esperienza l’anno dopo.

Così a febbraio 2021 sono iniziati gli incontri di un gruppo di giovani volontari (e un po’ meno giovani ex volontari) di Caritas, incaricati di partecipare alla riprogettazione dei Cantieri della Solidarietà 2021 “a misura di pandemia”, cercando mete ed esperienze senza uscire dai confini dell’Italia, capaci di creare legami con il mondo e l’umanità.

Nella testa le immagini di un Cantiere della Solidarietà vissuto da 23enne e tanti, tantissimi racconti di giovani partiti per questa esperienza nel corso degli anni, i loro occhi luminosi che parlavano più delle loro parole… e di fronte la sfida di riuscire a fare una proposta altrettanto arricchente ed entusiasmante, qui, a Milano, attraversando i servizi della nostra Cooperativa. Non è stato facile convivere con l’incertezza perenne di tante variabili, con il dubbio costante di quale fosse il giusto equilibrio tra pianificare tutto per filo e per segno o lasciare spazi di improvvisazione e imprevedibilità. Ma con la collaborazione e il supporto di tanti colleghi e con l’indispensabile aiuto di Elena, volontaria in Servizio Civile, che da qualche mese aveva iniziato a camminare con noi, a conoscere servizi e ospiti, e grazie al suo prezioso sguardo “un po’ dentro e un po’ fuori”, ha preso forma la proposta del Cantiere Casa Suraya – Farsi Prossimo #mmiicheestate, “Milano: Minori Intercultura Integrazione”.

Poi siete arrivati voi. Noi vi abbiamo accolto provando a raccontarvi che la flessibilità sarebbe stata la parola chiave delle vostre giornate, perché qui non si possono mai fare programmi, perché non si sa mai cosa può capitare… Agli incontri di formazione in Caritas, invece, vi avevano invitato a mettervi in gioco, a lasciarvi cambiare dagli incontri che avreste fatto, a partire per il Cantiere con un nuovo paio di occhiali per provare a guardare il mondo con occhi diversi.

Qualche settimana dopo siete entrati dal cancello verde di via Salerio in punta di piedi, ma con la freschezza, l’energia e l’entusiasmo dei vostri anni e della vostra gioventù. E immediatamente avete cambiato i nostri occhiali.

Ci siamo ritrovati ad alzarci dalla scrivania, seguendo la musica, i suoni e i rumori provenienti dal cortile, e poi rimanere incollati a guardare fuori dalla finestra i bambini cantare e ballare, gli adulti accanto ai propri figli intenti a dipingere.

Accompagnandovi ad incontrare altri servizi di Cooperativa o ad ascoltare le testimonianze di chi ha scelto di vivere e costruire una Milano diversa, capace di accoglienza, ci siamo ricordati, ancora una volta, dell’importanza del dialogo e dell’incontro e abbiamo riscoperto la bellezza di tante realtà, a noi vicine, che condividono con noi il desiderio di costruire un mondo più umano.

Avete regalato ai bambini, alle famiglie, ai giovani che avete incontrato nei centri e nelle comunità la possibilità di vivere esperienze e relazioni che hanno donato loro sorrisi, colori, serenità, speranza.

Vi abbiamo sentito dire “grazie” mille volte, nel tempo in cui avete abitato le nostre giornate, e anche dopo. Ma è impossibile dire chi abbia ricevuto di più: voi, noi, i nostri ospiti… Perché ogni incontro autentico con un altro essere umano, piccolo o grande che sia, è un dono, un’occasione di crescita, la possibilità di costruire un mondo più solidale. Noi ci crediamo, davvero. E abbiamo bisogno di voi, dei vostri occhi e del vostro sguardo, delle vostre energie, delle vostre mani che non hanno paura di sporcarsi di tempera, dell’energia e del coraggio dei vostri 20 anni, per ricordarcelo.

“Prendete in mano la vostra vita e fatene un capolavoro” – Giovanni Paolo II

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