Da anni l’équipe del progetto housing della cooperativa Farsi Prossimo si occupa di un appartamento a Vizzolo Predabissi, che la parrocchia aveva messo a disposizione per l’accoglienza dei migranti, seguendo l’invito di Papa Francesco: inizialmente ha ospitato famiglie di richiedenti asilo, poi donne vittime di maltrattamento.
E così è stato naturale per don Mauro Colombo, parroco di Santa Maria del Carmine, a Melegnano, decano anche di Vizzolo, pensare di rivolgersi alla cooperativa Farsi Prossimo quando ha deciso di dedicare la vecchia abitazione del coadiutore, una palazzina a due piani, molto ampia, adiacente alla scuola materna parrocchiale e all’oratorio, a un progetto di accoglienza sociale.
Si chiamerà “Casa Santi Marta Maria e Lazzaro”, dal nome degli amici che accoglievano Gesù nella loro casa, e potrà ospitare fino a 3 famiglie, ciascuna delle quali avrà a disposizione una propria stanza privata e condividerà con gli altri ospiti gli spazi comuni. Saranno nuclei in parte già autonomi, almeno dal punto di vista economico, segnalati dai Servizi Sociali o dai Centri di Ascolto del territorio.
A Melegnano, alla fine del 2021, sono stati organizzati due momenti di presentazione di questa nuova iniziativa, uno presso la Parrocchia e uno presso l’auditorium comunale, per sensibilizzare la popolazione e raccogliere la disponibilità di cittadini e parrocchiani disposti a dare il proprio contributo: il progetto, infatti, prevede una presenza molto leggera da parte degli operatori professionali e un accompagnamento sostenuto, invece, grazie al volontariato.
Proprio ai volontari, presenti e futuri, sarà dedicato un percorso di formazione, programmato per i mesi di gennaio, febbraio e marzo 2022, proposto dalla cooperativa in collaborazione con la Parrocchia e con Caritas Ambrosiana.
Anche questo nuovo progetto di housing, come tutti gli interventi e i servizi di accoglienza di Farsi Prossimo, rappresenta una sfida: essere capaci di abitare non solo le case, ma anche i territori, di stare accanto, accompagnare e lavorare con e dentro le comunità, per orientarle a leggere i propri bisogni e le proprie fragilità, a riconoscere e valorizzare le proprie risorse e a costruire così insieme il senso del proprio essere “comunità educanti”.

leggi tutto l’articolo tratto da Il Cittadino di Lodi – venerdì 26 novembre 2021