di Erica Rossi educatrice della rete appartamenti Farsi Prossimo Sai Milano

C’erano una volta un progetto di accoglienza, un’educatrice e una rifugiata con i suoi due bambini, ospiti in un appartamento a Milano: una casetta con i muri bianchi e lilla, in un contesto cooperativo.

No, aspettate… Cambiamo punto di vista, per una volta.

C’è una donna che sa fare delle cose, e le può insegnare, e ci sono altre due donne che vogliono imparare da lei. E c’è un’altra donna, con un lavoro a volte difficile da spiegare a chi non lo conosce, ma che trova il modo di farle incontrare.

E allora, una domenica pomeriggio, finito il mese del Ramadan, Francesca e Chiara vanno a casa di Naima per una lezione di pasticceria araba.

Le due donne entrano in una casa ordinata, fresca, pulita, moderna, dove solo piccole lanterne e una falce di luna raccontano delle origini di chi la abita.

Naima le accoglie, sorridendo, timida e coraggiosa in quella situazione nuova, e offre loro acqua fresca in bicchieri di vetro trasparente, caffè bollente al cardamomo in tazzine di ceramica e pasticcini ricchi di burro, frutta secca, miele e acqua di fiori di arancio.

Francesca e Chiara si sentono immediatamente a loro agio, fanno amicizia con i figli di Naima, educati con dolcezza e fermezza, che partecipano all’incontro ma che sanno stare al loro posto, disegnano e giocano in camera, e solo ogni tanto arrivano a sbirciare cosa fa la mamma.

Comincia la lezione: Naima mette a disposizione tutto quello che le appartiene e fa parte di lei: capacità, precisione, efficienza ed efficacia, organizzazione, professionalità, saper prevedere e sapersi adattare, anche in assenza delle attrezzature più adeguate. Perché chi ha un grande desiderio, trova il modo di realizzarlo.

Basta poco perché le donne scoprano di parlare tutte e tre la stessa lingua, una lingua fatta di ricette, ingredienti, attrezzi di cucina, una lingua che trova il modo di comunicare e comprendere comunque, anche quando manca la parola.

E a un certo punto imparare e insegnare diventano confronto, scambio, dono reciproco di competenze, un incontro che arricchisce tutte.

Nella sua normalità, nella sua voglia di riscatto, in quell’incontro semplice e straordinario allo stesso tempo, per Naima è possibile parlare delle proprie semplici paure: la paura di far cuocere troppo la teglia di baklava ai pistacchi, la paura di affrontare il distacco dai bimbi in occasione della loro prima vacanza da soli alle case del Comune… le paure che ti puoi permettere solo quando finalmente ti senti al sicuro e hai trovato un luogo dove rimettere radici.

Le storie di fatica, di mancanza, di dolore, per un pomeriggio tacciono, restano tre donne che condividono la piacevolezza del tempo trascorso insieme facendo cose buone, e l’accoglienza che chi si è sentito e si sente accolto sa offrire a sua volta, in modo eccellente, aprendosi all’incontro.

All’educatrice, assente per scelta, restano le foto inviate copiose, qualche dolcetto in omaggio, e soprattutto il piacere di aver potuto offrire un’occasione, che alla fine è il cuore del lavoro che ama!

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