lettera ai volontari di Sara Tesco operatrice di Casa Suraya.

Cari amici,

è passato più di un anno da quando abbiamo dovuto chiudere le porte di Casa Suraya e rinunciare alla vostra presenza.

Sono stati mesi bui, difficili. Abbiamo sentito la mancanza della vostra presenza, del vostro supporto prezioso alle attività di tutti i giorni, del vostro contributo irrinunciabile che rende possibile anche quello che a noi sembra irraggiungibile. Perché il vostro esserci, il vostro modo di entrare in relazione, discreto ma deciso, non lascia mai indifferenti, né noi, né i nostri ospiti. Perché per chi abita a Casa Suraya voi rappresentate uno spazio di libertà e normalità, portate una boccata di aria, di speranza, di fiducia nel futuro. Perché voi insegnate parole per raccontare la tristezza e la paura, condividerle, e renderle così meno dolorose, e insegnate parole per dare voce ai sogni e poterli custodire.

In questi mesi abbiamo ricevuto da voi mail, sms, interminabili telefonate e messaggi vocali. Abbiamo ascoltato i vostri racconti, abbiamo raccolto il vostro dispiacere, la vostra rabbia, la vostra frustrazione. Perché è difficile essere presenti “a distanza”, perché la connessione salta ogni due minuti, perché i bambini non ce la fanno a stare lì fermi, perché le mamme dimenticano gli appuntamenti. E non è stato facile accogliere la vostra fatica, perché è anche la nostra. E la vostra insistenza, il vostro non mollare ci hanno accompagnato e ci accompagnano come un abbraccio da lontano, perché dicono che ci volete bene e che vi prendete cura di noi. Purtroppo, però ancora oggi dobbiamo riconoscere e accettare che per tutelare nel migliore dei modi possibile la salute di tutti c’è bisogno di limitare ancora i contatti, di portare ancora pazienza, di attendere con fiducia e speranza che arrivino tempi nuovi.

Noi abbiamo imparato da voi a stare nel tempo dell’attesa, fiduciosa, sicura, decisa… Voi lo fate da sempre con ogni persona che incontrate per la prima volta: attendete con pazienza che quella relazione che nasce distante, chiusa, diffidente si trasformi piano piano in amicizia, in una strada condivisa. E abbiamo visto nascere dei veri miracoli dalla vostra attesa paziente.

In questi mesi siamo stati con voi nel tempo dell’attesa… di poterci incontrare, di poterci riabbracciare, di poter tornare a vedervi varcare la soglia di Casa Suraya e dei nostri centri. E anche nella distanza, siete stati capaci come sempre di illuminare il nostro tempo e i nostri momenti più duri.

Alcuni dei vostri racconti sono diventati #segnidiluce, storie di speranza, di stupore, di incontri che hanno creato ponti oltre il buio e la solitudine.

Vogliamo condividerli ancora, per ringraziarvi della fantasia e dell’entusiasmo con cui non avete mai smesso di accompagnarci e sostenerci da vicino, anche nella distanza fisica, e per non dimenticare che l’amore e la passione per l’altro, per l’essere umano, specialmente se piccolo, fragile, in difficoltà, trovano sempre il modo di farsi strada nell’oscurità e splendere nel buio.

Grazie!