di Elisabetta Maggioni operatrice del Progetto Albero delle Fragole

Il progetto “Albero delle Fragole” ha organizzato un percorso di form-azione aperto a volontari ed operatori dei doposcuola dei quartieri Villapizzone e Cagnola, 4 pomeriggi per approfondire il tema dei Disturbi Specifici dell’Apprendimento e scoprire insieme come accompagnare i ragazzi ad esplorare e riconoscere i Diversi Stili di Apprendimento.

La domanda di fondo che ha accompagnato tutti gli interventi è stata sempre la stessa: “Come possiamo aiutare i ragazzi a scoprire il proprio stile di apprendimento?”.

Durante gli incontri, oltre a un approfondimento della tematica dei DSA dal punto di vista teorico e normativo, sono stati affrontati diversi aspetti: la dimensione relazionale, fondamentale per accompagnare i ragazzi in modo autentico, gli strumenti che si possono utilizzare nell’affiancamento allo studio e ai compiti, la presentazione e l’analisi di un caso tipo.

Ogni incontro ha previsto la partecipazione attiva dei presenti, ai quali è stato chiesto di lasciarsi coinvolgere in prima persona e provare a sperimentare le emozioni che spesso i ragazzi con DSA si trovano a vivere durante le interrogazioni e le verifiche, o quando si trovano a dover rispondere a “semplici” domande. Abbiamo provato a ribaltare la prospettiva e il nostro sguardo, a calarci nei panni di Pietrilde, e in realtà di tutti i ragazzi che frequentano i nostri doposcuola, per capire un po’ di più come leggono, fanno i calcoli, rielaborano le informazioni.

I quattro incontri sono stati l’occasione per rinforzare e creare reti capaci di attraversare i nostri quartieri, perché sono stati momenti densi di partecipazione e confronto, durante i quali i partecipanti si sono sentiti liberi di fare domande, condividere il proprio vissuto, scambiarsi sguardi, esperienze, punti vista.

Ancora una volta l’Albero delle Fragole ci ricorda l’importanza della relazione, per mettere al centro i ragazzi e non le loro difficoltà.

Progetto realizzato grazie a Per Milano aps Onlus e alla Fondazione di Comunità Milano, grazie al Fondo Comolli-Bernini.